In qualità di promotori della mobilità sostenibile, l’organo direttivo di MOTUS-E ha suggerito più volte al Governo modalità equilibrate per ridurre le emissioni e i livelli di inquinamento locale che sono stati accolti con favore da più parti nelle fasi di presentazione.
Tuttavia ora assistiamo ad una deformazione della norma in Aula e, pur sostenendo con vigore il fatto che vada incentivato l’acquisto di auto a basse emissioni, siamo però contrari ad un aggravio di costi per chi acquista auto di dotazione tradizionale. Accettiamo con favore le dichiarazioni del Ministro Di Maio che ha scritto sui social di voler convocare un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico, per migliorare gli incentivi per la mobilità sostenibile, con i costruttori e con le associazioni.
Siamo dunque pronti a trovare subito insieme la soluzione giusta per gestire la transizione e centrare l’obiettivo di riduzione dell’impatto ambientale creato dal vetusto parco circolante che grava sull’Italia, senza colpire gli acquirenti delle nuove auto meno costose.
 
L’analisi della norma e qualche proposta correttiva 

  • L’emendamento governativo colpisce le nuove immatricolazioni. Una previsione che non aiuta il rinnovamento di un parco auto, quale quello italiano, che conta circa il 40% di mezzi appartenenti a classi uguali o inferiori all’Euro 3. Questa è la vera esigenza sociale, non colpire in maniera indiscriminata auto nuove che hanno un’impronta ambientale sensibilmente migliore rispetto all’attuale media del parco circolante. Tassare le vendite di un settore già in difficoltà non è sicuramente la strategia più efficace per supportare la filiera nazionale.
  • Oltre alla CO2, inoltre, ciò che preoccupa sono le prestazioni ambientali intese in senso ampio: le emissioni di ossidi di azoto e di polveri sottili (Pm10, Pm2,5), gli stessi inquinanti che appesantiscono l’aria delle nostre città. Crediamo dunque sia utile incentivare la sostituzione dei mezzi inquinanti attualmente circolanti con mezzi a zero o basse emissioni (<60gr CO2/km WLTP) ovvero finanziare forme di mobilità sostenibile alternative (voucher mobilità per car sharing o bike sharing).
  • Secondo i nostri calcoli, sarebbe sufficiente alzare di 5 euro il bollo per le auto di classe inferiore o uguale all’Euro 2 e di 8 e 10 euro rispettivamente per fasce di emissioni tra i 110 e i 150 gr/CO2 e sopra i 150 gr/CO2 (considerando cautelativamente una quota del 30% di evasione) per compensare l’incentivo relativo alle fasce 0-20 e 20-70 (auto elettriche e plug-in).  

 
La necessità di un piano strategico
Il meccanismo del “bonus-malus” è la strada giusta. È necessario però partire con un obiettivo base: il rinnovo dell’attuale parco circolante, rinnovo che non potrà certamente arrivare dalla sovratassazione del nuovo, quanto semmai dal disincentivo alla circolazione dei mezzi più inquinanti. C’è poi bisogno di una visione d’insieme del fenomeno, una visione di sistema. Le auto elettriche non sopravvivono da sole se non sono inserite in un contesto infrastrutturale pienamente sviluppato che possa consentire spostamenti e la percorrenza di distanze adeguate. Per questo, è indispensabile guardare anche al dato infrastrutturale, non limitandosi al solo veicolo. La conversione industriale deve poi essere supportata da ricerca e sviluppo, senza i quali il divario tra il nostro Paese e quelli tecnologicamente più avanzati continuerà ad allargarsi inesorabilmente.
Il grido di allarme è stato già lanciato in queste ore da diversi attori industriali, da organismi intermedi e associazioni. Noi aggiungiamo la piena e totale disponibilità a sederci al tavolo, per costruire assieme un piano strategico che possa, al contempo, migliorare l’aria delle nostre città e rappresentare un fattore determinante per accrescere la competitività del sistema Paese.
Leggi il Comunicato Stampa del 6 Dicembre 2018: Emendamento incentivi elettrico

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