MOTUS-E

Analisi di mercato

Giugno 2023 – L’Italia arriva a 200.000 auto elettriche circolanti, ma serve una rimodulazione degli incentivi (a costo zero) per raggiungere l’Europa

Giugno 2023

Pubblicato il 3 Luglio 2023
Ricarica
Punti di ricarica
45.210

Le immatricolazioni full electric nei primi sei mesi dell’anno sono pari a 32.684 unità, con un incremento del +31,93% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Leggi di seguito l’analisi di dettaglio per saperne di più.

Progressivo immatricolazioni YTD

AUTO BEV
32.684
QUOTA DI MERCATO
3,87%
Totale Auto
843.969

Le auto elettriche

Nel mese di giugno le immatricolazioni delle auto elettriche pure sono pari a 6.156 unità contro le 5.975 dello stesso mese del 2022, un incremento di sole 181 unità (+3,03%). In lieve diminuzione la quota di mercato, pari al  4,42% a giugno 2023, rispetto al 4,69% registrato nel mese di giugno 2022.

Nei primi sei mesi dell’anno le immatricolazioni di auto elettriche sono quindi oltre 32.000 (32.684, con una market share del 3,87%), contro le 24.774 del 2022.

Il parco circolante BEV si attesta così a 199.779 unità.

Analisi di mercato Giugno 2023 Giugno 2022 Diff. mese % YTD 2023 YTD 2022 Diff. YTD %
BEV 6.156 5.975 3,03% 32.684 24.774 31,93%
Tutte le alimentazioni 139.418 127.516 9,33% 843.969 687.109 22,83%
Percentuale su tutte le alimentazioni 4,42% 4,69% -0,27% 3,87% 3,61% 0,27%

Il mercato totale delle auto

Il mercato auto complessivo registra in Italia a giugno 139.418 immatricolazioni, in progresso del 9,33% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (+11.902 unità), raggiungendo un immatricolato complessivo nel periodo gennaio-giugno 2023 di 843.969 unità, in crescita del 22,83%. 

Di seguito la distribuzione delle immatricolazioni da inizio anno per alimentazione.

Elettriche (BEV)

Ibrido Plug-in (PHEV)

Ibrido

Mild Hybrid

Benzina

Diesel

Altro

Stabile la distribuzione delle auto per classe di emissioni, con il mercato che vede prevalere ancora la categoria 91-135 gCO2/km con il 63,6% di share nel periodo gennaio-giugno; seguita dalla categoria 136-160 gCO2/km  con il 21,1% di share.

Canali di mercato YTD

PRIVATI
48,30%
FLOTTE AZIENDALI
8,68%
RIVENDITORI
12,66%
NOLEGGIO (LUNGO TERMINE)
25,89%
NOLEGGIO (BREVE TERMINE)
4,46%
CANALI DI MERCATO – BEV YTD
CANALI DI MERCATO – MERCATO TOTALE YTD

Guardando ai canali di mercato, da gennaio a giugno le BEV totalizzano tra i privati 15.787 immatricolazioni (+58,9% rispetto a YTD 2022); mentre le “auto-immatricolazioni” del canale rivenditori registrano un -24,11% con 4.139 veicoli immatricolati nei primi sei mesi dell’anno. In crescita le flotte commerciali (+35,21% rispetto a YTD 2022), con 2.838 veicoli immatricolati; anche il noleggio a lungo termine registra un aumento del +28,20% rispetto a YTD 2022, con 8.461 veicoli immatricolati da inizio anno. in fine, il noleggio a breve termine, con 1.459 vetture immatricolate da inizio anno, registra un +113,30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Le auto BEV più vendute in Italia YTD

1
TESLA MODEL Y
4.829
2
TESLA MODEL 3
3.242
3
FIAT 500 E
2.820
4
SMART FORTWO
2.438
5
MG 4
1.235

La top 5 delle BEV più vendute a giugno 2023, da inizio anno, continua a vedere al primo posto la Tesla Model Y con 4.829 unità, seguita dalla Tesla Model 3 con 3.242 unità, che scavalca così la Fiat 500e che scende al terzo 2.820 esemplari immatricolati a giugno. Quarta piazza per la Smart Fortwo con 2.438 veicoli. Chiude la top 5 la MG4 con 1.235 vetture immatricolate.

Distribuzione geografica auto BEV YTD

NORD OVEST
10.045
NORD EST
11.344
CENTRO
7.679
SUD
2.393
ISOLE
1.223

Per quanto riguarda le immatricolazioni su base regionale, nei primi sei mesi del 2023 troviamo in testa la Lombardia con 6.110 veicoli immatricolati (+45% rispetto ai primi sei mesi del 2022), davanti al Trentino-Alto Adige con 5.733 immatricolazioni (+24,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Seguono il Lazio con 3.714 veicoli immatricolati (+46% rispetto a YTD 2022), seguito dalla Toscana con 3.173 veicoli (+32,4% su YTD 2022) e il Veneto con 2.669 veicoli immatricolati (+34,7% rispetto al primo semestre 2022), seguita a sua volta dall’Emilia-Romagna che totalizza 2.457 veicoli (+26,2% rispetto al periodo gennaio-giugno 2022).

Auto BEV immatricolate YTD

  2.501 – 6.500
  301 – 2.500
  0 – 300

Distribuzione geografica europea YTD (mese precedente)

ITALIA
26.525
BELGIO
34.464
FRANCIA
104.735
GERMANIA
167.390
OLANDA
44.412
SPAGNA
19.793
REGNO UNITO
121.265

Dal confronto del primo pentamestre del 2023 con quello del 2022 si nota un incremento della market share delle BEV in tutti i Paesi europei. Nel primo pentamestre del 2023, le auto BEV immatricolate nei principali Paesi europei coprono una percentuale della market share sempre crescente, con l’Olanda sempre più in testa che supera il 27% di market share e la Germania che in termini assoluti immatricola in cinque mesi del 2023 quasi 170.000 BEV. 

A maggio 2023, i due Paesi che tra i big europei registrano la market share BEV più bassa rimangono la Spagna, con il 4,84%, e l’Italia sempre in coda con il 3,77%.

Progressivo immatricolazioni veicoli commerciali leggeri BEV YTD

VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI BEV
3.618
QUOTA DI MERCATO
4,03%
di 89.693 totale veicoli commerciali leggeri

Nei primi sei mesi del 2023 i veicoli commerciali completamente elettrici registrano una quota di mercato che supera il 4% (4,03%), con 3.618 veicoli immatricolati, facendo registrare quindi una quota di mercato dei veicoli BEV superiore a quella delle autovetture. Si registra quindi un aumento di quasi il 120% rispetto allo stesso periodo del 2022, con le immatricolazioni che risultano quindi più che raddoppiate rispetto ai primi sei mesi del 2022, quando si immatricolavano 1.662 unità.

Considerando tutte le alimentazioni, il mercato dei veicoli commerciali nei sei mesi del 2023 mostra una crescita del 9,9% sul 2022, con 89.693 unità immatricolate, segnale di quanto la crescita dell’alimentazione completamente elettrica sia significativa.

Punti di ricarica ed infrastrutture - Giugno 2023

PUNTI DI RICARICA
i
45.210
INFRASTRUTTURE DI RICARICA
i
24.942
LOCATION
i
16.557

La ricarica dei veicoli elettrici

Dalla rilevazione trimestrale di Motus-E, al 30 giugno 2023 risultano installati in Italia 45.210 punti di ricarica installati in 24.942 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine), distribuite in 16.557 location accessibili al pubblico.

Rispetto alla precedente elaborazione di marzo 2023, che riportava 41.173 punti di ricarica in 22.107 infrastrutture di ricarica e 15.262 location, si osserva un aumento di +4.037 punti di ricarica (circa 300 punti di ricarica ogni settimana), +2.835 infrastrutture di ricarica e +1.295 nuove location. 

Nel primo semestre 2023 si registra quindi un +80,3% di punti di ricarica installati rispetto allo stesso periodo del 2022, segnale importante di crescita.

Riguardo la distribuzione dei punti di ricarica ad uso pubblico, come per il primo trimestre del 2023 il 70% dei punti di ricarica rilevati si presenta collocato su suolo pubblico (e.g. strada) mentre il restante 30% su suolo privato ad uso pubblico (e.g. supermercati o centri commerciali). Rimane quindi invariata la quota di punti ad accesso pubblico collocati su suolo pubblico e su suolo privato.

La potenza dei punti di ricarica

Si mantiene stabile, rispetto al trimestre precedente, la distribuzione dei punti di ricarica in termini di potenza installata, con l’88% dei punti di ricarica installati alimentati in corrente alternata (AC) e il restante 12% dei punti di ricarica alimentati in corrente continua (DC). 

Dei punti di ricarica in corrente alternata (AC), poco meno dell’11% è a ricarica lenta (con potenza pari o inferiore a 7 kW), il restante 77% è a ricarica accelerata (superiore a 7 kW a 43 kW). Tra i diversi cluster di potenze, le infrastrutture con potenze comprese tra 7 e 22 kW incluso, totalizzando poco meno del 75% di tutte le infrastrutture di ricarica ad uso pubblico presenti sul territorio italiano. Tra i punti di ricarica in corrente continua (DC), il 3,4% circa sono fast DC (fino a 50 kW inclusa), il 2% presenta una potenza compresa tra 50 kw e 99 kW inclusa, poco meno del 4% ha un potenza tra  99 kW e 150 kW inclusa e il restante 3% presenta una potenza più alta di i 150 kW.

La distribuzione sul territorio

In termini di distribuzione geografica il Sud e le Isole continuano a guadagnare terreno, recuperando un punto percentuale sul Nord e uno sul Centro Italia, portando così il 23% dei punti ricarica ad essere distribuiti nel Sud del Paese e nelle Isole, superando il Centro Italia che registra il 21% dei punti di ricarica installati sul territorio italiano. Il restante 56% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia. 

Altrettanto interessante la distribuzione dei punti di ricarica nei capoluoghi di provincia, con il 33% del totale dei punti di ricarica situati in queste città, ed il restante 67% negli altri Comuni del territorio.

A livello regionale la Lombardia con 7.657 punti si conferma la Regione più virtuosa, e da sola possiede il 17% di tutti i punti di ricarica in Italia. Seguono nell’ordine Piemonte, Veneto e Lazio, tutte e tre le Regioni coprono ciascuna circa il 10% dei punti di ricarica italiani, seguono Emilia-Romagna (9%) e Campania (7%). Quest’ultima sale di una posizione scavalcando la Toscana (6%), portando così la prima Regione della categoria ‘Sud e Isole’ tra le prime sei Regioni per numero di infrastrutture. Le sei Regioni complessivamente coprono circa il 62% del totale dei punti in Italia.

In termini di crescita assoluta delle singole Regioni, si continua ad osservare una crescita omogenea a livello nazionale, con la Campania sempre in testa per numero di punti di ricarica installati, +54% sul trimestre scorso, passando da 2.145 punti di ricarica a marzo 2023, a 3.312 punti di ricarica a marzo 2023. A parte lo sprint della Campania, a registrare la crescita più rilevante è la Lombardia, con un tasso del 15%. A seguire la Liguria  con un +11%, il Lazio con un +8% e infine la Sicilia con un +7%.

L’incremento del numero di infrastrutture di ricarica nelle Regioni del sud-Italia rappresenta un primo segnale al raggiungimento di una maggiore uniformità tra le varie Regioni italiane, che deve però essere perseguito maggiormente, anche attraverso i bandi di gara per le infrastrutture di ricarica cofinanziate dal PNRR, che per ora invece non hanno visto una assegnazione uniforme su tutto il territorio nazionale.

La ricarica in autostrada

Le infrastrutture di ricarica lungo le arterie autostradali sono fondamentali al fine di facilitare gli spostamenti su tratti extraurbani, per annullare la range anxiety e favorire l’elettrificazione delle flotte aziendali. Seppur con un ampio margine di miglioramento, sulle autostrade italiane si contano un totale di punti di ricarica ad uso pubblico pari a 657 unità, una crescita del +80% (+422) rispetto a giugno 2022. Del totale dei punti di ricarica presenti in autostrada, oltre il 77% dei punti di ricarica ha una potenza superiore a 43 kW e il 58% supera i 150 kW. Le infrastrutture di ricarica in autostrada sono distribuite su 121 aree di servizio, delle 476 totali (fonte: ART), quindi, un’area di servizio ogni 4 consente già la ricarica di veicoli elettrici.

Considerando i 7.318 km di rete autostradale in Italia (fonte: ART), ad oggi risultano presenti 8,9 punti di ricarica ogni 100 km di rete autostradale, di cui 6,8 a ricarica veloce ed ultraveloce. 

Conclusioni e … uno speciale sulla ricarica privata

Il mese di giugno si mantiene sullo stesso trend dei due trimestri passati, con più di 4.000 punti di ricarica installati, a dimostrazione del rafforzamento delle infrastrutture di ricarica a supporto delle vetture elettriche. La costante crescita delle infrastrutture di ricarica si comincia a  riflettere anche sulle autostrade italiane, che nell’ultimo anno hanno registrato una crescita considerevole, del +80%. Una crescita che potrà continuare con l’attesa apertura dei bandi autostradali, dettati da un obbligo di legge del 2020 ad oggi non ancora rispettato.

Estremamente importante sarà ora riuscire a mettere a terra tutti i fondi che il Pnrr ha destinato alle colonnine di ricarica. Su questo dossier istituzioni e industria si stanno impegnando con la massima attenzione, per poter garantire all’interno dei centri urbani, ma anche al di fuori e sulle superstrade, lo sviluppo di una densa rete di ricarica ad alta potenza per tutti gli italiani. La prima gara, come noto, ha presentato una serie di criticità, soprattutto sul segmento extraurbano. Con interventi mirati sui relativi decreti, però, confidiamo che gli operatori potranno partecipare massivamente, raggiungendo i target di infrastrutturazione prestabiliti ed evitando una dispersione di risorse molto preziose per il nostro Paese.   

Oltre alle infrastrutture ad uso pubblico, dalle analisi effettuate da Enea sulle agevolazioni fiscali degli ultimi anni, è risultato che in Italia sono state realizzate circa 304.000 installazioni di punti di ricarica domestici, raggiungendo oltre 400.000 infrastrutture di ricarica private (es. condomini, abitazioni singole), con un progresso del 700% rispetto al 2021.

Totale punti di ricarica
45.210
Infrastruttura
24.942
Totale location
16.557

Punti di ricarica

  3.501 – 8.000
  901 – 3.500
  0 – 900

+ 14.506 (+47%) punti di ricarica (Giugno 2022 VS Giugno 2023)

PUNTI DI RICARICA
Un punto di ricarica o di rifornimento per la fornitura di combustibile alternativo che garantisce, a livello di Unione, un accesso non discriminatorio a tutti gli utenti. L’accesso non discriminatorio può comprendere condizioni diverse di autenticazione, uso e pagamento. Il punto di ricarica consente il trasferimento di elettricità a un veicolo elettrico a diversa potenza (da 3.7kW a >150kW), anche se la potenza effettivamente immessa nel veicolo dipende dallo stesso.
INFRASTRUTTURE
Stazione dedicata che può includere uno o più punti di ricarica
LOCATION
Punto geografico/indirizzo univoco, dove possono insistere una o più infrastrutture di ricarica
Scarica l’infografica sulle Infrastrutture di Ricarica

Nei primi 6 mesi dell’anno abbiamo assistito a una market share delle auto full electric inferiore a quella dei furgoni elettrici (3,9% vs 4%), nonostante le criticità di accesso e le limitazioni degli strumenti di supporto alla domanda per quest’ultimo tipo di veicoli.

Di fronte a un dato simile e a un andamento del mercato auto italiano così diverso da quello dei Paesi nostri competitor in Europa – dove la market share dell’elettrico viaggia intorno al 15% – è indispensabile aprire una riflessione seria e condivisa sulla modifica degli attuali strumenti incentivanti, che evidentemente non sono in grado di supportare il mercato delle auto elettriche come avviene negli altri grandi Paesi europei. 

Con l’attuale ritmo delle immatricolazioni il nostro Paese non potrà essere in grado di centrare gli obiettivi che si è dato con il Piano nazionale integrato energia-clima (Pniec), recentemente aggiornato con target che possiamo supporre almeno al livello di quelli stabiliti nel 2019. Per far decollare il mercato delle auto full electric non sono necessarie ulteriori risorse da destinare alle agevolazioni, ma sarebbe sufficiente una rimodulazione dei meccanismi di incentivazione per renderli realmente appetibili – a partire dall’eliminazione degli attuali cap di prezzo e aprendo completamente anche alle imprese – per accompagnare il Paese verso un futuro prossimo in cui avremo sul mercato sempre più modelli elettrici per tutte le tasche. Oggi le agevolazioni sostengono principalmente l’acquisto di vetture endotermiche, come dimostrato dall’andamento storico (figura), non risultando in grado di orientare concretamente le scelte dei cittadini verso la mobilità a emissioni zero.

Particolarmente importante sarebbe infine anche una attenta politica fiscale sulle auto aziendali green, in grado di alimentare peraltro il mercato delle vetture elettriche di seconda mano. in assenza di interventi, l’Italia rischia di accumulare un pericoloso ritardo rispetto all’ineluttabile trend globale dell’elettrificazione dei trasporti, con potenziali riflessi negativi sugli investimenti manifatturieri e collegati all’indotto, rischiando così di non cogliere tutte le nuove opportunità industriali e occupazionali connesse alla trasformazione in atto.

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