Installati quasi 10.000 punti di ricarica solo negli ultimi 12 mesi. Lombardia prima tra le Regioni per numero di colonnine, Roma in testa tra le Province. Pressi (Motus-E): “Per continuare a sviluppare questa infrastruttura strategica bisogna agire su 5 punti chiave, ecco quali sono”
ROMA 12 novembre 2025 – La rete di ricarica italiana per le auto elettriche continua a espandersi, ma il settore chiede un maggior coinvolgimento di Istituzioni e stakeholder per supportare questa crescita.
Secondo il monitoraggio trimestrale di Motus-E, al 30 settembre 2025 risultano 70.272 punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola, in aumento di 2.711 unità nel terzo trimestre dell’anno e di 9.933 unità nei 12 mesi.
Guardando alla sola rete autostradale, i punti di ricarica installati sono 1.274 (dai 1.057 registrati al 30 settembre 2024), di cui l’86% è di tipo veloce in corrente continua e il 63% supera i 150 kW di potenza. La quota delle aree di servizio autostradali dotate di infrastrutture di ricarica si attesta così al 48%.
Relativamente alle singole Regioni, la Lombardia si aggiudica ancora il primo posto per punti di ricarica installati (14.242 punti, +2.255 negli ultimi 12 mesi), seguita da Lazio (7.447 punti, +1.230 nei 12 mesi), Piemonte (6.777 punti, +742 nei 12 mesi), Veneto (6.408 punti, +718 nei 12 mesi) ed Emilia-Romagna (5.489, +543 nei 12 mesi).
La classifica delle Province, invece, vede Roma nuovamente al primo posto per punti di ricarica installati (5.881 punti, +962 nei 12 mesi), seguita da Milano (4.970 punti, +971 nei 12 mesi), Napoli (3.120 punti, +241 nei 12 mesi), Torino (3.075 punti, +324 nei 12 mesi) e Brescia (1.843 punti, +79 nei 12 mesi).
Nel computo nazionale, nuovo miglioramento sul fronte dei punti di ricarica installati dagli operatori ma in attesa dell’allaccio alla rete: dal 18% del terzo trimestre 2024 sono scesi al 14% nello stesso periodo del 2025. Un segnale che conferma i progressi in corso, ma che richiama comunque l’urgenza di semplificare gli iter autorizzativi e rafforzare la collaborazione pubblico-privato per accelerare ulteriormente l’attivazione delle colonnine.
“La rete di ricarica italiana ha messo a segno l’ennesimo significativo passo avanti, ma per gli operatori sostenere questa crescita sta diventando sempre più complicato”, commenta il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, ricordando le difficoltà con cui è costretto a misurarsi il settore, “dall’anomalo ritardo dell’Italia nell’adozione dei veicoli elettrici alle criticità normative, regolatorie e autorizzative”.
“L’obiettivo di Istituzioni, industria automotive e mondo dell’energia è dotare l’Italia di un network di ricarica sempre più capillare e conveniente”, osserva Pressi, “ma gli operatori del settore, dopo oltre 1,8 miliardi di investimenti effettuati, devono essere messi in condizione di poter proseguire e accelerare lo sviluppo di questa infrastruttura altamente strategica, con un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori interessati”.
“È proprio per questo motivo che è nata l’iniziativa ‘Ricaricare l’Italia: manifesto per un’infrastruttura strategica per il Paese’ – conclude il presidente di Motus-E – con cui abbiamo costruito una base tecnica dettagliata e una piattaforma condivisa per Istituzioni e imprese, per intervenire su 5 aspetti indispensabili per aiutare il Paese a centrare gli obiettivi che si è dato sulla transizione tecnologica dei trasporti”.
I 5 punti chiave affrontati dettagliatamente nel manifesto
- Riduzione dei costi di approvvigionamento energetico in capo agli operatori della ricarica, allineandoli agli altri grandi Paesi europei, per garantire prezzi finali al pubblico più competitivi.
- Interventi normativi e regolatori per semplificare le fasi di connessione delle infrastrutture e per dare piena applicazione alle normative europee in tema di decarbonizzazione del settore trasporti, dando immediata applicazione a quanto previsto dalla direttiva sulle energie rinnovabili (RED III).
- Copertura totale delle reti autostradali, per assicurare la completa infrastrutturazione delle arterie del Paese per la mobilità delle persone e il trasporto merci lungo tutto il territorio nazionale.
- Concessioni di suolo più lunghe (20 anni), per garantire rientro e stabilità degli investimenti.
- Governance e pianificazione infrastrutturale centralizzate attraverso strumenti di monitoraggio e programmazione su cui far convergere i dati e gli scenari di tutti gli stakeholder.
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Pubblicato il 3 Novembre 2025
Pubblicato il 21 Ottobre 2025




