Presentato a Roma il nuovo report Motus-E sul costo totale di possesso dei veicoli commerciali: sui van possibili risparmi fino al 21% grazie ai minori costi operativi. I dati su furgoni, camion e autobus

ROMA 7 ottobre 2025 – Già oggi l’uso di furgoni e di autobus elettrici può essere più conveniente in diversi ambiti di utilizzo rispetto alle motorizzazioni diesel. È quanto emerge dallo studio “Il TCO per la logistica e il trasporto pubblico locale”, presentato oggi a Roma da Motus-E nell’ambito della tavola rotonda “Un Piano comune per la transizione energetica del settore della logistica in Italia”, alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni, dell’industria e di tutti i principali stakeholder del settore trasporti.

L’analisi, in particolare, rileva che per una società di trasporto impiegare un furgone elettrico può generare un risparmio del 21% in termini di costo totale di possesso (il total cost of ownership, TCO) già dopo 6 anni di utilizzo. Il TCO è il parametro che definisce il costo complessivo sostenuto per l’acquisto e l’uso di un veicolo, assorbendo tutte le possibili voci di costo, dal rifornimento alla manutenzione.

Il risparmio è reso possibile dal netto vantaggio dei veicoli elettrici in termini di costi operativi, in grado di compensare interamente il costo d’acquisto – ad oggi ancora superiore alle controparti endotermiche – e di assicurare un risparmio netto.

Più in dettaglio, il maggior costo di acquisto, superiore in media del 59%, viene completamente abbattuto da costi di manutenzione inferiori del 37%, costi di rifornimento più bassi del 61% e altri costi legati all’utilizzo minori del 48% (consumo AdBlue, assicurazione, ecc.), che portano entro 6 anni a un vantaggio medio pari al 21%.

Ragionamento analogo ai furgoni può essere fatto a determinate condizioni anche per i bus. Come riporta lo studio, infatti, su alcune tipologie di tratte, gli autobus elettrici possono già assicurare alle società di trasporto pubblico una sostanziale parità nel total cost of ownership al raggiungimento del sesto anno di utilizzo, arrivando a un risparmio fino all’8% annuo nel caso in cui venissero attivate specifiche leve agevolative.

Il report prende in esame anche i veicoli per il trasporto pesante di lungo raggio, per i quali oggi i minori costi operativi non sono ancora in grado di compensare interamente il maggiore esborso per d’acquisto. Tuttavia, l’avanzamento tecnologico e il conseguente rapido declino del costo dei mezzi lascia prevedere che entro 6 anni l’elettrico potrà essere la soluzione più conveniente anche per questo tipo di missioni.

Per questo motivo è essenziale che l’Italia si doti in tempi rapidi di una rete di ricarica dedicata al traporto pesante su gomma, in modo da consentire a tutti gli operatori del settore di poter beneficiare dei vantaggi economici che l’elettrificazione potrà garantire nei prossimi anni.

Proprio su questo tema si concentra un altro studio presentato nell’occasione da Motus-E e realizzato in collaborazione con GSE e Infoblu NewGen, che per la prima volta in Italia, analizzando i dati e le percorrenze di oltre 100.000 camion circolanti nella Penisola, ha individuato quali dovranno essere le principali aree da infrastrutturare per consentire alle società di trasporto di valutare il passaggio all’elettrico laddove ciò comporti un effettivo vantaggio.

“L’elettrificazione del trasporto merci, sul lungo raggio e per l’ultimo miglio, è un trend da guardare da con la massima attenzione, che richiede il coinvolgimento sinergico di diversi attori e che può garantire vantaggi molto concreti per gli operatori del settore”, sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi.

“Per mettere in moto il mercato e accompagnare le filiere coinvolte”, prosegue Pressi, “sarebbero particolarmente utili misure come le forme sperimentali di esenzioni dai pedaggi in conformità con la direttiva Eurovignette, su cui l’Italia deve recuperare il ritardo accumulato, e strumenti alternativi per stimolare la domanda agendo anche sul versante della committenza, per riconoscere agli operatori tariffe funzionali a promuovere la decarbonizzazione, facendo leva sulla defiscalizzazione per i committenti che riducono l’impronta di CO2, bandi di lunga durata per una programmazione corretta e criteri premiali chiari basati sul taglio delle emissioni”.

Sollevato infine nello studio il tema delle linee guida per i nuovi insediamenti industriali, per i quali è indispensabile ormai emanare linee guida vincolanti che prevedano spazi adeguati per la ricarica dei camion.

“L’implementazione di queste soluzioni non solo favorirà il raggiungimento in Italia degli obiettivi europei del regolamento AFIR sui carburanti alternativi, ma potrà avere un effetto positivo su tutto il settore dei trasporti e sull’indotto, oltre che naturalmente sulla riduzione delle emissioni e sul miglioramento della qualità dell’aria”, conclude il presidente di Motus-E.

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