Se fino a qualche anno fa l’auto elettrica rappresentava una scelta di nicchia, le vendite di vetture a zero emissioni hanno assunto ormai un peso estremamente rilevante. Nel 2022, per la prima volta nella storia, le auto alimentate esclusivamente a batteria vendute nel mondo hanno superato le 10 milioni di unità, attestandosi al 14% del mercato totale. Nel 2020 non si andava oltre il 5% e nel 2021 si chiuse al 9% di share. Nel 2023 le vendite globali di veicoli con ricarica esterna (BEV+PHEV) hanno superato i 13 milioni, raggiungendo il 17% di tutte le auto vendute.

Nel 2024 le vendite di auto elettriche (BEV+PHEV) raggiungono quota 17 milioni con una market share superiore al 21%, rappresentando circa un’auto su cinque venduta in tutto il mondo.

In Europa il 2024 ha visto una leggera crescita del mercato auto, con un incremento dello 0,8% rispetto al 2023; i veicoli a combustione interna perdono penetrazione sul mercato (-4% circa) mentre le auto elettriche rappresentano la terza scelta più popolare per gli acquirenti nel 2024.

Il 2024, tuttavia, ha registrato una riduzione della market share BEV per l’Unione Europea: le auto elettriche hanno raggiunto una market share pari al 13,6% nel 2024, con una riduzione del 5,9% del volume di mercato rispetto al 2023. Ciò è stato guidato da una significativa diminuzione delle immatricolazioni in Germania e Francia. Guardando al nuovo anno, il primo trimestre del 2025 ha visto un forte tasso di crescita a livello globale per il mercato dei veicoli elettrici (4,1 milioni, +29% rispetto ai valori 2024).

In Europa, i primi tre mesi del 2025 vedono un aumento delle vendite di nuove auto elettriche in Europa (+ 27%), con alcuni paesi, come il Regno Unito, che registrano un numero record di vendite di BEV a marzo 2025.

A fare da apripista abbiamo Olanda e Belgio con quote di mercato delle auto elettriche superiori al 30%, seguite da Regno Unito (20%), Francia (19%) e Germania (17%).

L’Italia si attesta all’ultimo posto tra i grandi Paesi europei per market share elettrica (5,4%), preceduta dalla Spagna (7%).

A determinare l’anomalia italiana, in un contesto europeo sempre più avviato sull’elettrico, è stata essenzialmente la mancanza di un programma incentivante stabile, un contesto generale poco incline alla transizione, il dilagare di falsi miti sulla mobilità elettrica e una sostanziale esclusione dalle agevolazioni delle flotte aziendali, che pure rappresentano un canale di vendita sempre più importante, oltre che un bacino fondamentale per alimentare il mercato dell’usato.

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