Quattro importanti città europee, unitamente ad alcune associazioni, hanno recentemente chiesto con una lettera congiunta alla Commissione Europea lo stanziamento di un fondo da 3,5 miliardi di euro per il trasporto pubblico a zero emissioni.

Nella lettera, firmata dai responsabili mobilità delle amministrazioni cittadine, si legge che “il trasporto pubblico ha subito un’enorme perdita in termini di entrate; dovrà essere supportato per garantire servizi nuovi e, al contempo, raggiungere gli obiettivi climatici e di qualità dell’aria”.

Secondo molti esperti di mobilità urbana, infatti, le misure di distanziamento sociale imposte sostanzialmente in maniera uniforme da tutti i Governi europei, potrebbero danneggiare gli operatori del trasporto pubblico se questi non dovessero ricevere il supporto necessario per rendere nuovamente utili e attrattivi i loro servizi.

Esiste il rischio che – continua ancora la lettera – anziché tornare al trasporto pubblico, i pendolari possano passare a mezzi di trasporto individuale a propulsione fossile, portando ad un innalzamento delle emissioni e ad un serio problema di inquinamento delle città già nei prossimi mesi“.

Le iniziative e i progetti per cui le quattro città europee richiedono supporto alla Commissione, in piena armonia con gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo, riguardano non solo la fornitura di bus elettrici ma anche fondi per garantire il servizio di connessione internet ad alta velocità a bordo dei mezzi pubblici e l’ampliamento delle flotte di taxi a zero emissioni.

Lo stanziamento richiesto da 3,5 miliardi di euro garantirebbe che tutto il fabbisogno di bus urbani da acquistare in Europa fino al 2025 (circa 12.000 unità) possa essere a zero emissioni.

La vera sfida è rendere il rinnovo delle flotte di bus a zero emissioni un tema paneuropeo, e impegnare quindi in maniera vincolante tutti gli Stati ad assicurare l’approvvigionamento di bus a zero emissioni per le flotte di tutte le principali città europee. Si tratta di un altro fronte sul quale il continente europeo sconta un ritardo rispetto alla Cina, nazione che rappresenta oltre il 95% della quota globale di autobus elettrici.

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