Trovare una colonnina di ricarica per auto elettriche non è più un miraggio. Da alcuni anni le stazioni di ricarica stanno fiorendo su tutto il territorio nazionale: nei principali parcheggi, in città o in autostrada, i punti di ricarica per auto elettriche hanno iniziato a fare la loro comparsa anche nei centri commerciali e in note catene di fast food.
Secondo gli ultimi dati elaborati dalla nostra Associazione, nell’ultimo anno in Italia si è molto ridotta la percentuale di inadeguatezza delle infrastrutture. Stando alla nostra analisi di mercato, ad oggi risultano installati 5246 infrastrutture e 10647 punti di ricarica, considerando solo quelle pubbliche (nelle strade, piazze e parcheggi) e quelle su suolo privato ad uso pubblico (come ad esempio nelle pertinenze di alberghi e supermercati), gestite da diversi operatori. Per quanto la distribuzione sia ancora sbilanciata in favore delle Regioni del Nord Italia, il Centro e il Sud stanno rapidamente guadagnando quota.
In molti centri commerciali e nei parcheggi degli store più popolari sono ormai presenti infrastrutture di ricarica.
Tra i precursori troviamo Ikea, che già nel 2013 siglava un accordo con Enel per installare punti di ricarica elettrica presso i suoi punti vendita in Italia. Nel marzo 2018 si è poi aggiunto l’accordo tra la multinazionale dell’arredo e Nissan per installare, in uno degli store romani, una colonnina per la ricarica rapida.
Negli ultimi anni sono stati molti i negozi, soprattutto del settore alimentare e nella GDO, che hanno installato punti di ricarica per auto elettriche. UniCoop Firenze, ad esempio, ha puntato sulla mobilità elettrica, come Conad, partita anch’essa con la sperimentazione in alcuni punti vendita in Toscana, tutti in collaborazione con Enel X.
Anche la catena di supermercati Iper ha aderito ad un progetto di mobilità sostenibile, esteso a tutti i punti vendita. Si tratta di Greenland mobility, progetto promosso dall’associazione Class onlus (anch’essa parte di MOTUS-E) e sostenuto dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Monza e Brianza e dall’Autorità per l’energia, che ha terminato la sua fase di sperimentazione a fine 2015 ed oggi è entrato a regime.
Tra le multinazionali non poteva mancare McDonald’s. La nota catena di fast food ha debuttato in Svezia con McCharge, il servizio che consente di ricaricare l’auto elettrica durante una pausa, giusto il tempo di consumare un panino ed una bibita. Ma anche in Italia è presente con diversi punti di ricarica presso i parcheggi dei suoi punti vendita.
Tutti questi esempi testimoniano l’attenzione di alcuni grandi brand per la mobilità sostenibile e l’abbattimento delle emissioni inquinanti. La diffusione delle colonnine in luoghi nei quali trascorriamo un tempo relativamente breve, quanto basta per fare la spesa o mangiare un panino, vanno di pari passo con una progressiva riduzione dei tempi di ricarica.
Per ricaricare un veicolo elettrico non esiste un tempo standard: si può impiegare fino a 30 minuti o fino a 12 ore a seconda del tipo di veicolo, della potenza erogata dal punto di ricarica e del caricatore dell’auto.
La tecnologia si evolve e gli operatori di ricarica propongono modelli compatti e sempre più connessi. Sono sempre di più le colonnine “intelligenti”, ovvero connesse alla rete, che presentano la possibilità di essere geolocalizzate e di mostrare il proprio status (libere, occupate e fuori servizio). Ma non solo: lo smart charging consente anche di integrare il veicolo alla rete e scambiare energia, “restituendola” nei momenti di picco.
Infine, è bene ricordare che le infrastrutture di ricarica hanno potenze differenti e questo è il fattore principale che determina la velocità di ricarica: per lo più sono Quick (veloci), con fino a 22 kW di potenza disponibile e meno di due ore di tempo di ricarica. Le più prestanti sono le Fast (rapide), con 43-50 kW di potenza e circa 15-20 minuti di tempo di ricarica. Le colonnine Quick sono generalmente più presenti nelle aree urbane, mentre le colonnine Fast e Ultra Fast (>150 kW) si trovano nei pressi di nodi di interscambio o in località dove occorre una permanenza limitata per ricaricare velocemente il proprio veicolo.
Diversi operatori (alcuni dei quali nel network di MOTUS-E, come Enel X, Be Charge, Neogy o A2A) si sono impegnati, anche con ingenti investimenti, a infrastrutturare in modo capillare la penisola con una rete di ricarica a diverse potenze per venire incontro il più possibile alle esigenze dei consumatori. La svolta elettrica è appena iniziata.

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