Con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, le città sperimentano soluzioni di limitazione del contagio: orari di apertura scaglionati per negozi e uffici, mobility sharing, piste ciclabili provvisorie. A riprova che la ricetta giusta è la mobilità sostenibile, e il suo ingrediente segreto è la tecnologia a emissioni zero.

A seguito delle disposizioni governative per affrontare la Fase 2 della pandemia da Coronavirus, le città stanno definendo le modalità della ripartenza. A cominciare dalla mobilità, nodo cruciale nella gestione e limitazione del contagio, che deve conciliare le necessità di spostamento e la tutela della salute dei cittadini. Se da un lato occorre garantire il distanziamento sociale, anche con la riduzione della quantità di persone sui mezzi di trasporto pubblico, dall’altro è necessario contenere il traffico veicolare privato.

Il tema delle politiche locali e della qualità dell’aria, fondamentale per la ripartenza delle città, è stato oggetto di una serie di webinar proposti da MOTUS-E, dal titolo “Città e nuova mobilità: è ora di cambiare aria”.

Anche Legambiente, partner esterno di MOTUS-E, nei giorni scorsi ha scritto ai sindaci italiani, proponendo un pacchetto di misure concrete per ripensare la mobilità post Covid-19 nelle città, attuabili in pochi mesi e con risorse contenute. Tra le soluzioni green proposte dall’associazione ambientalista troviamo: più biciclette e nuove piste ciclabili nelle aree urbane, rafforzamento della sharing mobility (auto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini) incentivi alla rottamazione per passare alla mobilità sostenibile e l’incremento dei bonus green.

Sul piano nazionale, la Ministra dei Trasporti De Micheli ha proposto modifiche al Codice della strada per consentire l’apertura di piste ciclabili in via transitoria, da definire anche con la sola segnaletica orizzontale.

Le città si stanno già muovendo nella direzione auspicata, tra incentivi alla mobilità green, misure di social distancing e aumento delle piste ciclabili.

A Milano, tra le soluzioni adottate, l’attivazione di un “piano emergenza” per la mobilità, che prevede l’incremento delle piste ciclabili e il potenziamento della mobilità a zero emissioni. Tra le misure, anche la riduzione del numero dei parcheggi e la limitazione della velocità a 30 km orari.

A Roma la Sindaca Raggi ha annunciato un piano straordinario per la mobilità sostenibile, che prevede 150 chilometri di nuove piste ciclabili transitorie, da realizzare sulle principali arterie, e la definizione di itinerari strategici della città. L’intento dell’amministrazione di Roma Capitale è quello di alleggerire il peso del trasporto pubblico, con soluzioni alternative all’auto privata, pensate per chi deve spostarsi per tragitti brevi. Al via anche i bandi per i servizi di sharing (monopattini e bici elettriche).

E se a Modena si sperimenta l’utilizzo del contapersone sui mezzi pubblici, a Bologna è in partenza la bicipolitana, una rete di piste ciclabili che connetterà la città con i principali centri abitati e con i poli produttivi del territorio metropolitano. Il progetto, integrato con il Biciplan, è inserito nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) ed ha alcuni tratti già realizzati, mentre altri sono in corso di realizzazione, per un totale di 493 km.

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