Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050: un obiettivo ambizioso, al quale l’UE sta lavorando in questi giorni. Mobilità sostenibile e intelligente e un Patto per il Clima sono al centro dell’articolata strategia che la Commissione europea ha elaborato per attuare il Green Deal.

Una strategia che tocca inevitabilmente il settore dei trasporti, responsabile di un quarto delle emissioni di gas effetto serra prodotte nei paesi dell’UE. Puntare sulla mobilità sostenibile e intelligente significa anche includere una serie di azioni per garantire equità ed accessibilità per tutti i viaggiatori.

La strategia per una mobilità sostenibile e intelligente

Pochi giorni fa la Commissione Europea ha presentato la sua “Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente”, che entro il 2050 punta a ridurre del 90% le emissioni generate dal settore dei trasporti.

Per interrompere la crescita di emissioni di gas serra, che in quasi 30 anni è cresciuta del 29%, la Commissione Europea ha deciso di intraprendere una serie di azioni, seguendo una precisa road map:

  • entro il 2030, l’UE punta ad avere un parco automobilistico di almeno 30 milioni di veicoli a emissioni zero, oltre a 100 città ad impatto climatico zero e al raddoppio della mobilità ferroviaria ad alta velocità; 
  • entro il 2035, l’Unione Europea vuole predisporre il mercato degli aeromobili di grandi dimensioni a zero emissioni;
  • entro il 2050, la quasi totalità dei veicoli immessi sul mercato dovranno essere a zero emissioni ed è previsto il raddoppio del traffico merci su ferro. Entro tale data è previsto anche il completamento della rete transeuropea di trasporto multimodale.

Per favorire una mobilità a basso impatto ambientale è necessario promuovere la diffusione dei veicoli elettrici, puntando soprattutto ad aumentare la rete delle infrastrutture di ricarica. La strategia elaborata dalla Commissione europea per favorire la mobilità sostenibile punta ad installare 3 milioni di punti di ricarica entro il 2030. 

Per quanto riguarda la mobilità intelligente, l’UE intende sostenere i settori innovativi, come quello dell’intelligenza artificiale, per sviluppare il settore della mobilità automatizzata, come ad esempio i droni e i veicoli senza conducente.

Una mobilità sostenibile e intelligente dev’essere anche equa e giusta. Per questo, tra le priorità della strategia europea troviamo l’accessibilità ai trasporti anche per le persone a mobilità ridotta, e la riduzione dei costi di accesso ai mezzi di trasporto.

Un Patto europeo per il clima

Nel corso della stessa seduta, la Commissione europea ha varato anche il Patto europeo per il Clima, un’iniziativa pensata come uno spazio nel quale sviluppare idee e soluzioni per il miglioramento del clima. Il Patto europeo per il Clima coinvolge tutti i paesi dell’UE ed invita le persone, le comunità e le organizzazioni a partecipare all’azione per il clima e a costruire un’Europa più verde. Le priorità per attuare il Patto per il clima saranno quattro: spazi verdi, mobilità verde, edifici efficienti e competenze verdi.

E proprio cinque anni dopo la firma dell’Accordo di Parigi, a seguito di una lunga contrattazione, capi di Stato e di governo europei hanno raggiunto l’accordo sul taglio delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030. Un obiettivo meno ambizioso rispetto alla proposta iniziale del Parlamento europeo del 60% ma richiederà comunque uno sforzo immediato e concreto per il suo raggiungimento. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha commentato subito su Twitter dopo l’intesa raggiunta tra i leader europei: “ottimo modo per festeggiare il primo anniversario del Green Deal europeo. Il Consiglio Ue ha approvato la nostra ambiziosa proposta per un nuovo obiettivo climatico dell’Ue” il quale “ci pone su un percorso chiaro verso la neutralità climatica nel 2050”.

L’innalzamento dell’obiettivo complessivo di riduzione delle emissioni GHG dal -40% al -55% al 2030 rispetto ai valori del 1990 influenzerà tutto il pacchetto di misure energetico-climatiche presente oggi: dalla Direttiva 2001/2018 (REDII) sulle rinnovabili, la Direttiva 2002/2018 sull’efficienza energetica (EED), la Direttiva 2018/844 (EPBD) sulla prestazione energetica nell’edilizia, passando per la revisione della Direttiva 2014/94 (DAFI) al Regolamento 2019/631 sugli standard di emissione di auto e van, giusto per citarne alcuni.

La revisione di questo intero pacchetto di direttive e regolamenti, trainata dalla maggiore ambizione climatica al 2030, costituirà un boost importante per lo sviluppo della mobilità elettrica. Data però l’imponenza delle trasformazioni necessarie per la realizzazione della transizione energetica, che richiederà anche meccanismi di incentivazione, allineati al principio “do not harm” e “energy efficiency first”. La CE sta anche rivedendo due pilastri della politica energetico climatica europea: la normativa sugli aiuti di stato nel settore dell’energia e clima e insieme alla definizione finale delle attività che possono essere definite sostenibili nell’ambito del pacchetto di provvedimenti connessi alla finanza sostenibile. Infine, in tema di batterie, il 10 dicembre la CE ha pubblicato una proposta di regolamento che aggiorna e modifica la Direttiva 2006/66 sulle batterie e pile usate. Questo regolamento, che si inserisce nel nuovo piano di economia circolare dell’UE, definirà il framework europeo per tutte le tematiche connesse alla produzione, gestione, riciclo e utilizzo second life delle batterie portatili, delle pile e soprattutto delle batterie del settore automotive per i prossimi anni.  L’iter per giungere alla proposta definitiva si preannuncia abbastanza lungo, data anche la complessità e vastità dei temi, richiedendo infatti un paio di anni per arrivare al deal finale.

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