Compri casa in un bellissimo complesso residenziale a impatto zero, completo di pannelli solari, pompe di calore, pareti ventilate ed elettrodomestici smart comandati a distanza grazie al supporto degli ultimi ritrovati della domotica. E come se non bastasse, scendi e ti ritrovi l’auto elettrica condominiale in sharing.
Un sogno? Forse, ma nemmeno troppo lontano.
Milano (Italia, e non Svezia) si prepara a lanciare, come prova generale e novità del panorama mondiale, un progetto di car sharing elettrico residenziale; o meglio, condominiale.
L’idea dell’inventore, all’anagrafe Giorgio Meszely, un finanziere con il pallino dell’innovazione, è rendere accessibile ad una comunità socialmente responsabile, un servizio di mobilità alternativa, facile, sostenibile e condivisa.
Il servizio, già definito in tutti i suoi dettagli e completo di app, prende vita con il nome di GaiaGo. Corredato di sito e bagagli, Gaiago procederà a giorni nell’allestimento di circa trenta EV (veicoli elettrici), con annesso impianto di ricarica, nei garage di altrettanti palazzi (non proprio popolari) in quel di Milano.
Dopo le prove generali di Milano, farà rotta su Roma dove, in zona Prati, porterà a termine il progetto del primo hotel etico italiano.
L’app, su cui si regge buona parte del progetto GaiaGo, non funziona in modo tradizionale poiché, oltre alle funzioni base come prenotare, bloccare e sbloccare il mezzo, funziona da vero aggregatore di dati su percorsi e modalità di utilizzo. Una sorta di scatola nera attraverso cui costruire il proprio servizio su misura. L’inventore, Meszley, è dell’idea che lo car sharing elettrico impatterà sullo sviluppo della mobilità green italiana; la condivisione nel settore della mobilità elettrica può infatti porsi come alternativa valida e in grado di generare un mercato evoluto e consistente.
Dall’altra parte, date le attuali condizioni di costi e vincoli tecnologici, il propulsore del mercato delle auto elettriche, ad oggi, non potrà certo essere la domanda privata, con o senza incentivi, n quella aziendale e della flotta dello sharing free floating che già imperversa. La piccola mobilità urbana condivisa, all’interno di comunità circoscritte, rappresenta invece una vera possibilità di spinta e crescita del mercato elettrico, in grado di aggirare problemi di costi, manutenzione, e infrastruttura di ricarica che tanto gravano sul cliente. Oggi il servizio si rivolge a una piccola nicchia, ma in un futuro non troppo lontano potrebbe ampliarsi in grandi progetti di social housing, offrendo una piccola flotta di auto elettriche.

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